Intervista a Marco Ravera, candidato sindaco di Rete a Sinistra – Savona che vorrei
“Questo PD pensa di essere autosufficiente e ha sempre meno radici a sinistra”. Così Marco Ravera, segretario regionale di Rifondazione Comunista e candidato sindaco per la Rete a Sinistra spiega la rottura della coalizione che ha governato Savona negli ultimi dieci anni.
Dopo una lunga esperienza di governo come avete deciso per la candidatura autonoma?
“E’ stato un processo di logoramento che si è verificato tra il primo e il secondo mandato del sindaco Berruti. Nei primi cinque anni, l’Amministrazione aveva centrato tanti obiettivi del programma mentre nel secondo ha commesso parecchi errori”.
Per esempio, quali sono le colpe peggiori della giunta uscente?
“Di sicuro il Crescent 2 è stato un regalo agli imprenditori che nemmeno Ruggeri aveva ipotizzato nel tracciare il nuovo quartiere residenziale della Darsena. Poi c’è stato l’infortunio dei depositi di bitume dove, certamente, è mancato il ruolo di vigilanza del Comune”.
Malgrado questi errori perché siete rimasti in giunta e in maggioranza?
“Perché in realtà la giunta ha sbagliato su pratiche che non facevano parte del programma di governo, rispettando invece le linee generali dell’alleanza. E’ vero che si potrebbe dire che, forse, quegli accordi non erano stati scritti bene”.
Qualche giorno prima della primarie il PD vi ha cercato. Era ancora possibile un accordo?
“Non credo che ne avessero alcuna intenzione. Ad ottobre avevamo fatto un incontro con i loro vertici che poi non ha avuto alcun seguito nei mesi successivi. Semplicemente, il PD ritiene di essere autosufficiente e ha radici sempre meno di sinistra”.
La presentazione di una lista autonoma vuole colmare questa lacuna?
“Di sicuro a Savona ci sono migliaia di persone che non si sentono rappresentate dal PD e dai suoi alleati ex di Forza Italia. Questa città ha valori e tradizioni di solidarietà, lavoro, ambiente che certamente non rientrano nei programmi di una forza che guarda più a destra che a sinistra”.
Cosa c’è nel programma di Rete a Sinistra che non si trova da altre parti?
“Intanto il programma lo abbiamo costruito in una assemblea pubblica con Sinistra Ecologia Libertà, Possibile e Partito Comunista d’Italia. Poi, di sicuro, vogliamo impedire la costruzione del porto della Margonara, ci opponiamo alla proliferazione del cemento anche nelle zone della città in precedenza già oggetto di costruzione edilizia. Siamo per la difesa dell’ambiente con iniziative che possono garantire posti di lavoro: per esempio nella gestione dei boschi, nella valorizzazione turistica dei sentieri, nella difesa del territorio.
Il Priamar deve essere valorizzato con iniziative mirate come, ad esempio, una rassegna cinematografica”.
Pensate che sia ancora possibile difendere le aziende pubbliche?
“Il primo mandato della giunta Berruti puntava su questo e credo che l’obiettivo sia stato raggiunto. Il trasporto pubblico, l’ATA e il Depuratore sono rimasti pubblici e funzionanti, sia pure con difetti. E’ sempre meglio questo che doversi confrontare con padroni privati e magari stranieri”.
ERMANNO BRANCA
da La Stampa – Savona / Il Secolo XIX – Savona
8 aprile 2016